PINACOTECA CIVICA Palazzo Volpi – Como

Il Museo Civico di Como ha sede in quella che fu la dimora nobiliare dei Volpi. 
Una famiglia di alto livello sociale, grazie ad Ulpiano, nominato prima vescovo di Novara e poi arcivescovo di Chieti. Fu proprio lui che nel 1621 procurò un progetto di un architetto romano di adozione, Sergio Venturi. 
La mole imponente dell’edificio, si rifà, infatti, a moduli proporzionali dell’architettura barocca della città laziale. 
Il progetto prevedeva un edificio con pianta a “U” e corte interna aperta sul giardino. L’avanzamento dei lavori avvenne per lotti: tra il 1622 e il 1628 vennero realizzate l’ala meridionale ed orientale, ma, a causa della morte improvvisa di Ulpiano, l’ala settentrionale rimase incompiuta. L’edificio rimase, così incompleto anche nelle rifiniture, la facciata e il fronte meridionale, infatti,  si presentano spogli, con le finestre prive di cornici. 
Nel XIX secolo il palazzo venne acquistato dallo Stato dalla famiglia dei Canarisi, succeduti alla famiglia Volpi; vi venne installato il tribunale, e nel giardino si realizzarono le carceri.
Nel 1989, l’edificio venne restaurato e destinato a ospitare alcune sezioni delle collezioni civiche trasferite da Palazzo Giovio. Giunsero a Palazzo Volpi i materiali lapidei della soppressa Sala Cristiana (dal VII al XII secolo) e le opere di pittura connesse alle mostre sul trecento e sul seicento, realizzate nel 1989. In seguito si aggiunsero opere scultoree e pittoriche, che coprono dunque anche i periodi che vanno dal XIII al XX secolo. Fra le opere del Novecento, l’importante collezione di disegni dell’architetto futurista Antonio Sant’Elia e le opere degli astrattisti del “Gruppo Como”: Carla Badiali, Aldo Galli, Mario Radice, Manlio Rho, e di alcuni loro epigoni. 
Nel corso degli anni Novanta, significativo è stato l’ingresso di altri fondi relativi a opere del XX secolo: l’architetto razionalista lecchese Mario Cereghini nel 1991 donò un fondo di disegni e fotografie e Ico Parisi negli anni 1995 e 1998, costituì un fondo di disegni di architettura e arredamento, fotografie e dipinti. 
Ad essi si aggiunge inoltre un fondo di materiali di grande valore storico-urbanistico proveniente dall’Ufficio Tecnico Comunale, comprendente i pannelli di Marcello Nizzoli realizzati per la Casa del Fascio progettata da Giuseppe Terragni, i pannelli di concorso per il P.R.G. di Como del 1934 e numerosi plastici da progetti di modifica di aree urbane degli anni centrali del secolo. 
Dalla Biblioteca comunale è stata trasferita la collezione lasciata dal pittore Aldo Galli, composta da opere figurative del novecento lariano.

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