Bellano rassegna “Il bello dell’Orrido”: “Via col vento – dal libro al film: una storia politicamente scorretta”

Sabato 26 febbraio 2022 al Cinema di Bellano (Lago di Como) – ore 18.30, per la rassegna “Il bello dell’Orrido”, proseguono gli appuntamenti a cadenza mensile – ideati da Armando Besio in collaborazione con il Comune di Bellano – che collegano il senso di stupore e meraviglia suscitato dalle spelonche create dal fiume Pioverna a quello del “sublime”.

Prima dell’incontro in calendario, è possibile prenotarsi alle visite guidate ai siti culturali di Bellano e alle mostre in corso.

Titolo dell’incontro di sabato 26 febbraio è “Via col vento – dal libro al film: una storia politicamente scorretta” e il punto di partenza è il capolavoro letterario con cui Margareth Mitchell vinse il premio Pulitzer nel 1937 e da cui fu tratto nel 1939 l’omonimo film – vincitore di 8 Premi Oscar – diretto da Victor Fleming, con Vivien Leigh e Clark Gable. Mariarosa Mancuso, scrittrice, giornalista (da anni l’uscita su Il Foglio della pagina “Nuovo Cinema Mancuso” a sua firma – dedicata alle recensioni di film in uscita – è letta da appassionati di cinema e non) firma la prefazione della nuova edizione Neri Pozza. Ed evidenzia l’attacco polemico che si è scatenato in Usa nel giugno del 2020, quando la HBO lo ha cancellato dalla library dei film in streaming sulla piattaforma – seguito poi da altre – perché “sarebbe irresponsabile mantenerlo così, senza denunciarne il razzismo”. Il film è colpevole di dare visioni troppo stereotipate dei personaggi di colore, e di celebrare il modello schiavista degli Stati dell’America del Sud. La censura è rientrata e il film è riapparso tempo dopo, con una spiegazione iniziale, un inquadramento sul suo contesto storico – le circostanze in cui fu girato, Hollywood e l’America nel 1939 erano ancora razziste – e un invito ad approfondire il movimento ”Black Lives Matter” prima della visione del film. Anche la nuova traduzione (integrale, questa volta) della recente edizione di Neri Pozza di Annamaria Biavasco e Valentina Guani è molto diversa da quella fatta nel 1937: le traduttrici hanno lasciato in originale i nomi di personaggi, istituzioni e toponimi, hanno svecchiato il linguaggio e hanno introdotto un cambiamento radicale riguardo agli schiavi neri. L’atteggiamento è cambiato – non solo in Usa – così come le parole con cui se ne parla: nella nuova traduzione l’evoluzione linguistica e la sensibilità odierna sono rispettate. 

Certo è che Margaret Mitchell ha saputo raccontare quel mondo del Sud al tramonto, con gli abiti meravigliosi, le feste, l’onore, le contraddizioni, la frustrazione della confitta subita dai nordisti e la tragedia della guerra civile. Il suo è un racconto storico e corale, oltre che un intreccio perfetto di personaggi indimenticabili, mentre – sottolinea la Mancuso – il film ha una eroina-protagonista, ed ha gli occhi verdi di Vivien Leigh. Certo, è difficile leggere il romanzo senza pensare alla versione cinematografica, assai più centrata sulla figura di Scarlett, della quale nel film emerge soprattutto la cocciutaggine, lo spirito ribelle, l’amore per la terra. Il film è certamente indimenticabile, ma il romanzo un capolavoro. 

Sabato 26 marzo spazio al giornalismo che racconta – ricostruendo personaggi, storie e fatti – la Cronaca e quindi il Paese in cui viviamo: Carlo Verdelli, da pochissimo neo-direttore del settimanale “Oggi”, è editorialista del “Corriere della Sera” ed è stato il primo direttore editoriale per l’offerta informativa nella storia della Rai. Inoltre, vicedirettore di “Epoca” e del “Corriere della Sera”, e ha diretto “Sette”, “Vanity Fair”, la “Gazzetta dello Sport” e, fino al 2020, “la Repubblica”. Ha pubblicato vari libri, e il più recente è Acido. Cronache italiane anche brutali (Feltrinelli, 2021), in cui vengono raccontati 40 storie che hanno appassionato l’Italia: da Enzo Tortora a Rosa e Olindo, da Alex Zanardi a Vallanzasca, da Patrick Zacki alla coppia dell’acido della Milano bene. Una serata dedicata al giornalismo che cerca, rovista, butta per aria le verità ufficiali, senza trascurare alcun dettaglio, anche a costo di essere, appunto, brutali. 

Sabato 23 aprile il dialogo di Armando Besio è con Alessandro Zaccuri, prendendo spunto dal recentissimo romanzo, già candidato al Premio Strega, Poco a me stesso (Marsilio 2022): narratore e saggista, è stato recentemente nominato Direttore della Comunicazione dell’Università Cattolica, dopo essere stato a lungo giornalista per il quotidiano Avvenire. Dopo Lo spregio (vincitore del Premio Comisso e del Premio Mondello nel 2017), Zaccuri prosegue l’opera di reinvenzione dell’Ottocento italiano, in questo romanzo con il racconto della vita ipotetica, esatta e mentita di Alessandro Manzoni. La storia infatti si svolge tra il palazzo di Giulia Beccaria e il Bottonuto, il più malfamato tra i quartieri della Milano ottocentesca: una fantasmagoria condotta sul filo dell’inverosimiglianza e sorretta da una libertà espressiva che reinventa, rendendola attuale, la lingua italiana di due secoli fa. 
L’incontro primaverile di sabato 28 maggio è con Marco Balzano: partito dagli anni Cinquanta- Sessanta con “L’ultimo arrivato” (Sellerio, 2014), romanzo sulla migrazione minorile del secondo dopoguerra che gli valse il Premio Campiello, lo scrittore-insegnante approda con “Quando tornerò” (Einaudi, 2021) a un altro tipo di migrazione, quello delle badanti dell’Est Europa. Con sguardo lucido e insieme partecipe Balzano abbraccia con la narrazione quelle vite segnate che, se non ci fosse qualcuno a raccoglierle, resterebbero impigliate nel silenzio. La protagonista è Daniela, una donna romena che lascia marito e figli per raggiungere l’Italia, un posto pieno di promesse dove i sogni sembrano più vicini. Si trasferisce a Milano, dove trova diverse occupazioni. Sua è la voce narrante, che si alterna con quella dei due figli. Ne esce un mosaico di affetti, in cui le tessere che si sono sparpagliate sono sempre più difficili da ricomporre. Balzano si conferma un grande narratore di partenze, di abbandoni, di strappi dolorosi, di ritorni e del mondo – spesso poco raccontato – degli ultimi. 

Sabato 25 giugno sarà l’occasione per fare qualche riflessione sulla qualità della vita dei borghi che, come quello di Bellano, hanno ricevuto un riconoscimento come “Borgo più bello d’Italia”: Paola Dubini, docente di Management all’Università Bocconi di Milano, studia e scrive da diversi anni sull’editoria e sul valore economico degli investimenti culturali. Nel suo saggio “Con la cultura non si mangia. Falso!” (Laterza, 2018) espone cifre, argomenti e fatti dimostrano il contrario: il nostro patrimonio artistico e storico permette di costruire altre vie di sviluppo e crescita del territorio. Anche a Bellano. 

PROGRAMMA VISITE PER SABATO 26 FEBBRAIO

Sabato 26 febbraio, prima dell’incontro con Mariarosa Mancuso (ore 18.30), è possibile prenotare la visita guidata alla Chiesa di San Rocco (che ospita due pale d’altare di Giancarlo Vitali) e alla chiesa di San Nazaro e Celso; segue la visita alle due mostre “L’Italia è un giardino” – allestita nello spazio Circolo – e “Le forme del tempo” di Giancarlo Vitali, nello spazio adiacente sede degli ArchiviVitali. 

MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE

> Incontro con ingresso gratuito

> Inizio visita guidata alle 16.30 in piazza San Giorgio

Si ricorda che per partecipare all’evento in presenza è necessario il super Green Pass. I posti disponibili sono limitati. 

Per partecipare all’incontro, si prega di mandare una mail a: archivivitali@gmail.org

Per info: www.archivivitali.org

La rassegna

“Il bello dell’Orrido” è una rassegna culturale a cura di Armando Besio, nata nel 2019, sulla suggestione data dalla gola profonda – scavata dal fiume Pioverna – che rappresenta a Bellano un’attrazione naturale: l’orrido è circondato dall’alone di mistero delle rocce ripide e dalla bellezza naturale e selvaggia del luogo, vera “calamita” per il visitatore di ieri e di oggi. Allo stesso modo, scrittori e artisti da sempre sono stati affascinati dalle acque tumultuose del fiume che nel corso dei secoli hanno modellato gigantesche marmitte e suggestive spelonche, complice il cupo rimbombo delle acque e dalle vertiginose pareti di roccia. Il paesaggio naturale di Bellano ben si lega dunque al concetto artistico di “sublime”: proprio per raccontare questo senso di stupore e inquietudine con diverse angolature, gli incontri hanno avuto nomi di eccellenza in campi diversi: Marco Belpoliti, Maurizio Bono, Mario Botta, Giordano Bruno Guerri, Gioele Dix, Edoardo Erba, Chiara Gatti, Andrea Kerbaker. Il pubblico si è sempre più appassionato, tanto che gli incontri sono proseguiti on line nel periodo più difficile (con Severino Salvemini ed Emilio Isgrò). 

Il curatore: Armando Besio

Genovese di nascita (1957), giornalista, si è laureato in Storia dell’Arte con il professor Corrado Maltese presso l’Università di Genova, è stato cronista del Secolo XIX, inviato speciale del Lavoro, caposervizio del Venerdì di Repubblica e delle pagine culturali milanesi di Repubblica. Collabora con Il Venerdì di Repubblica, la Milanesiana di Elisabetta Sgarbi, e il Circolo dei Lettori di Milano diretto da Laura Lepri. Ha ideato e dirige da 14 anni il festival “ZelbioCult – incontri d’autore su quell’altro ramo del lago di Como”.

La rassegna è realizzata da ArchiViVitali e Manzoni22, in collaborazione con il Comune di Bellano e grazie al sostegno di Orrido di Bellano, Torneria Automatica Alfredo Colombo.

> CALENDARIO 2022 (primo semestre)

Sabato 26 febbraio

Via col vento

Dal libro al film, una storia politicamente scorretta

Sabato 26 marzo, Carlo Verdelli

Acido

Cronache italiane anche brutali da Enzo Tortora a Patrick Zaki

Sabato 23 aprile, Alessandro Zaccuri

Poco a me stesso

Un romanzo d’avventure con un Manzoni mai visto

Sabato 28 maggio, Marco Balzano

Quando tornerò

Dalla Romania a Milano con una migrante dei nostri giorni

Sabato 25 giugno, Paola Dubini

Con la cultura si mangia 

La scommessa dei borghi più belli d’Italia