“Antonio Sant’Elia, un ragazzo della Castellini” a cura di Lorenzo Morandotti e di Clemente Tajana si propone di presentare accuratamente la biografia del famoso architetto futurista, da quando ha aperto per la prima volta gli occhi in via San Donnino a Como a quando si sono riversi, spegnendosi, ai piedi delle Alpi Giulie durante uno scontro coi soldati austriaci.
Eclettico e stravagante, Sant’Elia è un egregio esempio di artista nel senso in cui è più bello intenderlo; una persona entusiasta, piena di slancio innovatore, di plurimi interessi, impegnato politicamente e sportivamente. Delle sue architetture più note restano reinterpretazioni come il Monumento ai caduti (ritoccato da Prampolini e realizzato da Terragni) e i suoi progetti più misteriosi, come quello della Città nuova, mai realizzati e per questo ancora più affascinanti.

